È una delle opere più note al mondo e si può ammirare al Musée Rodin di Parigi
“Il Pensatore” di Auguste Rodin è oggi custodito presso il Musée Rodin a Parigi e rappresenta un uomo intento a rimuginare sui suoi pensieri. Realizzato in bronzo, a primo impatto quest’uomo nudo così preso dalle sue elucubrazioni appare come il ritratto di un eroe o di una divinità classica e, probabilmente per questo motivo, la scultura è da sempre ispirazione per scrittori e artisti. Secondo alcune ipotesi, è possibile che “Il Pensatore” in realtà raffiguri Dante Alighieri. È noto che Rodin realizzò una prima versione della statua in gesso nel 1880, mentre il bronzo monumentale risale al 1902 inaugurato non prima del 1904. La scultura divenne proprietà della città di Parigi e venne posta di fronte al Panthéon ma fu trasferita nel 1922 all'Hôtel Biron, diventato poi il Musée Rodin.
Originariamente denominata “Il Poeta”, la scultura, oggi nota come “Il Pensatore”, avrebbe dovuto far parte di una porta monumentale in bronzo che era stata richiesta a Rodin dal ministro Edmond Turquet come nuovo ingresso per il Musée des Arts Décoratifs a Parigi. La porta, però, non è mai realizzata ed è rimasta in stato progettuale poiché l’artista vi lavorò fino alla morte senza mai poterne vedere la fusione in bronzo.
L’opera, quindi, rimase incompiuta. L’artista aveva carta bianca sul tema da rappresentare per la porta e al tempo aveva deciso di realizzare una composizione di 180 figure di diverse dimensioni che rappresentassero un tema a lui caro, ovvero l’universo dantesco della Divina Commedia. L’opera dantesca, infatti, era stata per lui fonte di innumerevoli spunti sia romantici che drammatici anche perché la conosceva molto approfonditamente fin dai tempi della Petite École, tanto che le figure ideate per la porta avrebbero dovuto rappresentare ciascuna uno dei personaggi principali del poema del sommo.
In particolare, “Il Pensatore” di Rodin era stato ideato per essere posto nel timpano della porta quasi a vegliare sugli altri personaggi, e avrebbe dovuto raffigurare proprio Dante davanti alle porte dell’Inferno intento a meditare sul suo poema. Questo spiega la posa che Rodin ha fatto assumere alla sua scultura.
Nella raffigurazione di Dante come “Il Pensatore”, Rodin lo ritrasse nudo in cima a una roccia e in solitaria meditazione a fissare verso il basso un punto immaginario del terribile mondo degli inferi, assumendo un’aria tragica. La figura è rappresentata come un uomo nudo perché, nella sua idealizzazione del sommo poeta, l’artista intendeva infondere alla sua creazione quello stesso eroismo che aveva individuato nelle sculture di Michelangelo e di cui Rodin intendeva impregnare le proprie.
Infatti, non risultò difficile rivedere in questo “Pensatore” la figura del “Pensieroso” che il maestro rinascimentale eseguì per la Tomba di Lorenzo de’ Medici duca di Urbino, e che oggi è possibile ammirare presso la Sagrestia Nuova della basilica di San Lorenzo a Firenze. “Il Pensatore” presenta un corpo anatomicamente perfetto che sprigiona potenza, i muscoli in tensione e la forza dei sentimenti sono chiari richiami alle opere del Buonarroti: il busto del Pensatore non è visibile nella sua interezza data la leggera torsione che esegue nell’appoggiare il gomito destro sulla gamba sinistra, eppure se ne evince tutta la forza e la prestanza fisica.
Rodin ha seguito la lezione michelangiolesca fin nei minimi particolari come la flessione degli arti inferiori, per cui non solo le dita dei piedi ma anche i polpacci contribuiscono a restituire allo spettatore una forte intensità di corpo e mente. Di sicuro sulla realizzazione del “Pensatore” doveva aver influito profondamente il viaggio che l’artista aveva compiuto a Firenze nel 1875 e grazie al quale ebbe modo di conoscere l’arte di Michelangelo e di interiorizzarla, facendo propri i principi che avevano guidato la mano del maestro per applicarli alle sue opere. L’influenza e la memoria delle sculture del Buonarroti non si evince solo nell’anatomia della statua, ma anche nell’intensa espressività del volto e nella potenza della carne.
Insieme a “Il Pensatore”, Rodin non aveva intenzione di inserire nella porta anche una figura che rappresentasse Virgilio, guida di Dante nella Commedia. Non trovando più alcuna collocazione, poiché la porta del museo parigino restò solo un progetto su carta, la scultura di Rodin assunse nuove connotazioni e una nuova immagine diventando un simbolo più universale e trasformandosi in un pensatore moderno, in cui la sua nudità divenne emblema dell’essenzialità dell’essere umano e della sua vulnerabilità nei confronti del proprio destino, imperscrutabile e ingestibile, verso il quale l’uomo non può far altro che prendere atto dei dolori che gli toccheranno nella vita.
Rispetto ad altre opere di Rodin, “Il Pensatore” è entrato a far parte dell’immaginario collettivo diventando un incredibile simbolo dell’attività intellettuale, per questo è anche stato utilizzato a fini satirici anche quando Rodin era ancora vivo. L’artista andava molto fiero di quest’opera che lo rese a tutti gli effetti famoso a livello globale, tanto da volerne realizzare una versione da porre sulla sua tomba. E infatti ne esistono diversi originali multipli: in Italia, per esempio, una versione si trova presso la Galleria internazionale d’arte moderna a Venezia, un’altra ai Musei Vaticani di Roma, mentre è chiaramente ispirata al Pensatore la figura di Minosse che fa parte del Monumento a Dante che è presente nel parco davanti la stazione di Trento e che è stata realizzata dal fiorentino Cesare Zocchi.